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Pensioni: verso lo stop all’aumento automatico dell’età nel 2027-2028. Cosa prevede la proposta del governo.

Pensionato sorride sereno nella sua cucina – stop aumento automatico età pensionabile 2027–2028.

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Nel dibattito politico e sociale torna al centro il tema dell’età pensionabile.

Secondo indiscrezioni raccolte nelle ultime settimane, il Governo starebbe valutando una sospensione biennale dell’adeguamento automatico dell’età pensionabile alla speranza di vita, previsto per il biennio 2027-2028.

Un intervento che, se confermato, rappresenterebbe un cambio temporaneo di rotta rispetto alla normativa attuale.

Un freno all’automatismo legato alla speranza di vita

In base alle regole vigenti, l’età per accedere alla pensione di vecchiaia o alla pensione anticipata è soggetta a periodici adeguamenti, stabiliti in funzione dell’aumento della speranza di vita rilevato dall’ISTAT.

Nel biennio 2027-2028 dovrebbe scattare un nuovo incremento, stimato in circa tre mesi.

Tuttavia, l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni intende proporre un congelamento temporaneo di questo meccanismo, con l’obiettivo di contenere l’età di accesso alla pensione e, al tempo stesso, limitare l’impatto sociale della misura.

Un intervento tampone da un miliardo di euro

Il blocco dell’adeguamento automatico sarebbe incluso nella prossima Legge di bilancio, come misura transitoria e non strutturale, dal costo stimato di circa un miliardo di euro

Secondo fonti parlamentari, la copertura potrebbe arrivare da uno scostamento di bilancio concordato con Bruxelles, anche se l’ipotesi richiede una procedura articolata e il via libera del Parlamento.

Perché si parla di sostenibilità del sistema previdenziale

La proposta arriva in un momento in cui la spesa previdenziale italiana è in forte crescita

Secondo le previsioni della Ragioneria Generale dello Stato, si passerà dai circa 365 miliardi di euro del 2027 a un picco del 17,1% del PIL entro il 2040, un valore ben al di sopra della media europea.

Tra i fattori che alimentano questa crescita:

  • L’aumento dell’aspettativa di vita;

  • L’invecchiamento demografico;

  • La rivalutazione automatica degli assegni pensionistici in base all’inflazione;

  • L’allentamento delle rigidità previste dalla legge Fornero.

In questo scenario, bloccare temporaneamente l’aumento dell’età pensionabile potrebbe rappresentare un punto di equilibrio tra sostenibilità dei conti e tutela dei lavoratori.

Una misura che divide

Come spesso accade quando si parla di pensioni, il tema solleva dibattito politico e sindacale.

Se da un lato la proposta è vista come un modo per dare respiro a chi si avvicina all’età pensionabile, dall’altro solleva perplessità sul piano della tenuta finanziaria del sistema, già fortemente sotto pressione.

La Lega, storicamente sensibile al tema delle pensioni, spinge per un pacchetto più ampio, che includa anche nuove forme di pensionamento flessibile o un ritorno a quote come Quota 100.

Al momento, tuttavia, la priorità sembra restare il congelamento dell’automatismo.

In conclusione

Il possibile stop all’aumento automatico dell’età pensionabile nel biennio 2027-2028 si inserisce in una fase complessa per la previdenza italiana, segnata da dinamiche demografiche sfavorevoli e dalla necessità di preservare l’equilibrio tra spesa pubblica e diritti dei lavoratori.

Se la misura verrà confermata, rappresenterà una sospensione temporanea del meccanismo legato alla speranza di vita, senza eliminarlo in via definitiva.

Sarà dunque importante monitorare l’evoluzione dei prossimi mesi e capire se questo intervento aprirà la strada a una riforma strutturale del sistema pensionistico, oggi più che mai al centro del dibattito economico e sociale.

Noi di PrestitoPiù continueremo a monitorare con attenzione tutti gli aggiornamenti che riguardano il mondo delle pensioni.

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