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Cessione del Quinto Dipendenti Privati: Requisiti e come richiederla con PrestitoPiù.

Dipendente privato che verifica online i requisiti per ottenere una cessione del quinto con PrestitoPiù

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La Cessione del quinto è una formula di prestito diffusa, anche tra i lavoratori con un impiego stabile nel settore privato.

Tuttavia, anche per i Dipendenti Privati, al fine di richiedere questo tipo di finanziamento, è importante conoscere in modo dettagliato i requisiti della Cessione del quinto.

In questo articolo, dunque, analizzeremo in maniera approfondita i principali aspetti legati alla Cessione del quinto per i Dipendenti Privati, dando una risposta alle domande più frequenti inerenti ai requisiti, ma non solo.

Se sei un Dipendente Privato e desideri avere un quadro chiaro della tua situazione, puoi richiedere una consulenza gratuita con PrestitoPiù compilando il modulo sottostante.

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Cessione del quinto Dipendenti Privati: requisiti principali

Per poter richiedere la Cessione del quinto come Dipendente Privato, è indispensabile rispettare alcuni requisiti minimi, che rappresentano la base per la valutazione da parte dell’ente erogatore.

Questi requisiti non sono solo formali, ma influenzano direttamente la probabilità di approvazione e la solidità della richiesta. Alcuni di questi sono validi anche per altri profili richiedenti.

 

Requisiti anagrafici e contrattuali

  • Residenza in Italia

  • Età compatibile con la durata del finanziamento: al termine del piano di ammortamento, il richiedente non deve superare i limiti stabiliti dal Finanziatore.

  • Contratto di lavoro nel settore privato, a tempo determinato o indeterminato: il lavoratore deve essere assunto stabilmente. La continuità lavorativa è infatti un parametro fondamentale per garantire la capacità di rimborso nel tempo.

    Nel caso di un contratto di lavoro a tempo determinato, la durata del prestito non potrà superare quella del contratto di lavoro.

 

Requisiti reddituali e aziendali

  • Reddito stabile e dimostrabile: la retribuzione mensile deve essere regolare e sufficiente a sostenere la rata del prestito, che non può superare un quinto dello stipendio netto (il 20%).

    Il datore di lavoro deve inoltre produrre un certificato di stipendio e certificare la quota cedibile.

  • TFR accantonato: il TFR minimo per cessione del quinto rappresenta una delle principali garanzie richieste dalle finanziarie.

    In media, si richiede un TFR equivalente ad almeno 3-5 mensilità nette, che può essere vincolato come garanzia per l’intera durata del prestito.

 

Requisiti di assumibilità dell’azienda

  • Azienda considerata finanziabile: l’azienda deve essere ritenuta affidabile sulla base di parametri come ad esempio: anzianità, regolarità contributiva, presenza di convenzioni attive e assenza di precedenti disguidi con altri prestiti trattenuti alla fonte, numero di dipendenti attivi e forma societaria.

 

Importanza del rispetto dei requisiti

Rispettare i requisiti per la Cessione del quinto per i Dipendenti Privati consente non solo di aumentare le probabilità di approvazione della richiesta, ma anche di ridurre i tempi di lavorazione della pratica.

In caso di mancata conformità a uno o più di questi parametri, la richiesta può essere sospesa o rifiutata.

È quindi fondamentale valutare preventivamente la propria posizione con l’aiuto di un consulente esperto o attraverso una preanalisi gratuita.

 

Come funziona la Cessione del quinto per i Dipendenti Privati?

La Cessione del quinto è un prestito non finalizzato, rimborsato mediante una trattenuta mensile direttamente dallo stipendio.

La trattenuta non può superare il 20% dello stipendio netto, e viene gestita dal datore di lavoro, che effettua il versamento alla banca o finanziaria erogante.

Le caratteristiche del prodotto sono standard per tutte le categorie di richiedenti, quindi identiche sia per Dipendenti Privati che per Dipendenti Pubblici o Pensionati:

  • Tasso fisso per tutta la durata del contratto;

  • Durata variabile da 24 a 120 mesi (2-10 anni);

  • Coperture assicurative del rischio di perdita della vita e rischio perdita dell’impiego obbligatorie per legge, incluse nella rata e stipulate a cura e spese del finanziatore;

  • Importo richiedibile in base al profilo del richiedente (da 1.2000 € fino a 75.000 € e oltre), in base all’importo del quinto massimo cedibile.

 

Questa formula si distingue per comodità nel pagamento delle rate, stabilità e assenza di motivazione per l’utilizzo della somma (fatti salvi gli obblighi di cui al D.lgs. 231/07).

È adatta a chi ha un impiego stabile e cerca una soluzione di finanziamento sostenibile, con rata fissa e gestione automatica del rimborso direttamente dalla busta paga.

 

Come avviene la Cessione del quinto dello stipendio per i Dipendenti Privati?

Una volta approvata la richiesta, il datore di lavoro riceve la documentazione contrattuale, comprensiva di piano di ammortamento e atto di benestare, un documento indispensabile con cui quest’ultimo autorizza formalmente la trattenuta mensile in busta paga.

A partire dall’ottenimento dell’importo da parte del richiedente, l’azienda è tenuta ad applicare regolarmente la trattenuta e a versare mensilmente l’importo all’intermediario finanziario indicato nel contratto.

Questa procedura si ripete fino all’estinzione totale del debito.

L’importo trattenuto non può essere modificato dal lavoratore e, in caso di variazioni contrattuali o cessazione del rapporto di lavoro, il datore di lavoro ha l’obbligo di comunicarle tempestivamente all’intermediario finanziario.

In questo modo, viene garantita la regolarità della pratica e la copertura del prestito anche in situazioni lavorative in evoluzione.

 

Come funziona la trattenuta del quinto dello stipendio?

La trattenuta per la Cessione del quinto ha priorità nel rimborso rispetto ad altre eventuali trattenute e viene applicata direttamente in busta paga a partire dal primo mese successivo all’attivazione del contratto.

La rata mensile viene detratta in automatico dalla busta paga, evitando rischi di ritardi, dimenticanze o insolvenze, e garantendo massima puntualità nei rimborsi.

L’importo della rata non può superare un quinto, ovvero il 20% dello stipendio netto del lavoratore, e resta costante, fisso e non modificabile.

Questo consente una pianificazione stabile del bilancio familiare e offre alcune salvaguardie sia al richiedente che all’ente finanziatore.

La trattenuta prosegue fino all’estinzione completa del contratto, salvo casi di cessazione del rapporto di lavoro, in cui subentrano le coperture assicurative previste dalla normativa vigente.

 

Che contratto devo avere per chiedere un prestito?

Il contratto di lavoro a tempo indeterminato rappresenta il requisito ideale per richiedere una Cessione del quinto come Dipendente Privato, poiché garantisce una maggiore stabilità occupazionale.

Tuttavia, come accennato, la Cessione del quinto può essere concessa anche con un contratto a tempo determinato, purché sia rispettata una condizione fondamentale: la durata del finanziamento non può superare la durata residua del contratto di lavoro.

In altre parole, il piano di rimborso deve concludersi entro la scadenza del contratto, e sarà comunque necessaria un’attenta valutazione da parte dell’intermediario finanziario.

Il TFR maturato e ulteriori garanzie (come la solidità aziendale) assumono un ruolo importante nella decisione di approvazione.

 

Quanti dipendenti deve avere un’azienda per la Cessione del quinto?

La maggior parte degli intermediari finanziari richiede che l’azienda rispetti alcuni criteri minimi per poter autorizzare una Cessione del quinto in favore dei propri dipendenti:

  • Abbia almeno 16 dipendenti assunti a tempo indeterminato;

  • Sia attiva e operativa da almeno 2-3 anni, con una struttura organizzativa consolidata;

  • Non presenti irregolarità nei versamenti contributivi (INPS, TFR) o precedenti criticità nel versamento delle rate relative a cessioni già in essere.

 

Il numero di dipendenti e la continuità aziendale sono considerati indicatori chiave di solidità e affidabilità.


Gli intermediari finanziari valutano anche l’eventuale presenza di convenzioni attive tra l’azienda e gli stessi.

 

Cosa comporta al datore di lavoro la Cessione del quinto?

Il datore di lavoro ha il compito di:

  • Rilasciare l’atto di benestare, autorizzando formalmente la trattenuta mensile dello stipendio;

  • Trattenere la rata in busta paga secondo quanto stabilito nel piano di ammortamento;

  • Versare puntualmente ogni mese l’importo trattenuto alla banca o all’intermediario finanziario erogante;

  • Comunicare eventuali cessazioni del rapporto di lavoro, variazioni contrattuali o situazioni che possano influire sull’erogazione o sul rimborso del prestito.

 

Pur non essendo responsabile in solido per il prestito, il datore di lavoro riveste un ruolo cruciale nella gestione amministrativa della cessione del quinto.

Un comportamento omissivo o ritardato da parte dell’azienda può compromettere la regolarità dei pagamenti, generare solleciti da parte dell’intermediario finanziario o, nei casi più particolari, comportare l’escussione della polizza assicurativa.

Per questo motivo, l’azienda è valutata attentamente anche in fase di istruttoria della pratica.

 

Cosa succede se il datore di lavoro non paga la rata della Cessione del quinto?

Nel caso in cui il datore di lavoro effettui la trattenuta in busta paga ma non versi la rata all’intermediario finanziario, è necessario informare tempestivamente l’intermediario.

Sarà sufficiente inviare una copia della busta paga in cui risulti evidente l’avvenuta trattenuta: l’intermediario finanziario provvederà a inoltrare un sollecito formale al datore, richiedendo la regolarizzazione del pagamento.

Se invece il datore di lavoro non applica affatto la trattenuta in busta paga, è importante contattare quanto prima l’intermediario finanziario per segnalare l’errore e attivare la procedura correttiva.

Anche in questi casi, l’intervento rapido è fondamentale per evitare ritardi o irregolarità amministrative.

Una gestione inefficiente da parte del datore di lavoro può rallentare l’iter o compromettere pratiche future.

Per questo motivo è essenziale che l’azienda sia precisa, puntuale e collaborativa nella gestione delle trattenute mensili previste dal contratto.

 

Come funziona la Cessione del quinto se mi licenzio?

In caso di cessazione del rapporto di lavoro:

  • Il datore di lavoro è tenuto a comunicare tempestivamente all’intermediario finanziario la conclusione del contratto del dipendente;

  • L’intermediario finanziario può trattenere il TFR maturato a copertura parziale o totale del debito residuo ancora in essere;

  • Se il TFR disponibile non è sufficiente a coprire l’importo rimanente, potrebbe essere necessaria l’escussione della polizza assicurativa obbligatoria, che copre il rischio di insolvenza legato alla perdita dell’impiego.

 

TFR minimo per Cessione del quinto

Il TFR rappresenta una delle principali garanzie richieste per accedere ad un prestito con Cessione del quinto, in particolare per i lavoratori del settore privato.

Il Trattamento di Fine Rapporto, infatti, costituisce una tutela nel caso in cui si verifichi l’interruzione del rapporto di lavoro prima della fine del piano di ammortamento. In molti casi l’intermediario finanziario richiede la verifica formale dell’importo maturato, attraverso una dichiarazione ufficiale del datore di lavoro.

Tuttavia, non è previsto un TFR minimo per accedere alla Cessione del quinto e non è possibile indicare un TFR elevato come elemento di certezza dell’approvazione: nella concessione del prestito, si tiene conto di diversi fattori.

 

Cessione del quinto no TFR: è possibile?

La Cessione del quinto senza TFR è possibile solo in casi specifici e a determinate condizioni.

Tra i requisiti più comuni per accedere alla Cessione del quinto senza TFR figura la verifica positiva da parte della compagnia assicurativa, che deve comunque ritenere sostenibile e assumibile il rischio della mancata disponibilità del TFR.

Va tenuto presente che l’assenza del TFR comporta una maggiore esposizione al rischio per l’ente finanziatore.

Di conseguenza, le condizioni offerte potrebbero essere meno vantaggiose, e la richiesta più soggetta a rifiuto.

 

Motivi di rifiuto Cessione del quinto Dipendenti Privati

Alcuni motivi di rifiuto della Cessione del quinto per i Dipendenti Privati includono fattori sia legati al profilo del richiedente che alla struttura dell’azienda presso cui lavora:

  • TFR insufficiente o assente, elemento che costituisce una delle principali garanzie richieste dall’ente erogatore;

  • Azienda che non presenta i requisiti di assumibilità;

  • Contratto non conforme, ad esempio a tempo determinato con durata insufficiente rispetto al piano di ammortamento;

  • Quota cedibile troppo bassa, che rende la rata insostenibile in rapporto al reddito netto disponibile;

 

Conoscere questi elementi in anticipo consente di intervenire in modo preventivo, migliorare la propria posizione ed evitare blocchi durante l’istruttoria.

 

Qual è la migliore Cessione del quinto per un Dipendente Privato?

Non esiste una soluzione universalmente migliore per tutti: la Cessione del quinto ideale per un dipendente privato dipende da diversi fattori personali, contrattuali e finanziari.

Tuttavia, esistono alcuni elementi chiave da considerare per effettuare una scelta più consapevole e mirata in base al proprio profilo:

  • Tasso di interesse competitivo, proporzionato alla durata e alle garanzie disponibili;

  • Durata del piano coerente con l’età, l’anzianità lavorativa e le esigenze personali o familiari;

  • Scegliere un partner che offra un servizio puntuale ed affidabile è fondamentale per affrontare ogni fase con serenità e chiarezza, evitando incomprensioni e ritardi nella gestione della pratica.

 

Valutare attentamente questi aspetti consente di individuare un’offerta mirata in termini di condizioni economiche, sostenibilità e gestione della pratica nel tempo.

 

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