La Cessione del quinto è oggi una delle soluzioni di prestito diffuse tra Dipendenti Pubblici, Privati e Pensionati, grazie alla comodità del rimborso tramite trattenuta diretta in busta paga o sul cedolino della pensione.
Tuttavia, la Cessione del Quinto può essere rifiutata, e affrontare la richiesta senza conoscere i potenziali ostacoli potrebbe tradursi in ritardi, frustrazione o dinieghi improvvisi.
In questo articolo approfondiremo alcuni dei principali motivi di rifiuto della Cessione del Quinto, rispondendo a domande frequenti come: “Quando non viene accettata una Cessione del Quinto?”, “Il datore di lavoro può negarla?”, “Chi è segnalato al CRIF può fare la Cessione del Quinto?”.
Analizzeremo i requisiti fondamentali da rispettare, i criteri valutativi utilizzati da banche e intermediari finanziari, l’importanza della quota cedibile, le problematiche legate al TFR minimo per la Cessione del Quinto, i casi in cui un rinnovo della Cessione del Quinto viene rifiutato, e il ruolo chiave dell’atto di benestare.
Grazie a questa guida, potrai orientarti ed evitare errori comuni, affrontando la richiesta con maggiore consapevolezza.
Per una valutazione gratuita, richiedi il contatto di un consulente dedicato PrestitoPiù compilando il modulo sottostante.
PRESTITO ZERO SPESE
PREVENTIVO GRATIS IN 1 MINUTO

Quali sono i requisiti per la Cessione del Quinto?
Prima di analizzare i motivi di rifiuto della Cessione del Quinto, è essenziale capire chi può accedere a questo tipo di finanziamento e su quali basi gli intermediari finanziari valutano la sostenibilità della richiesta.
I requisiti minimi da soddisfare non sono solo una formalità, ma rappresentano condizioni imprescindibili per evitare il rifiuto della pratica.
- Contratto a tempo determinato o indeterminato: i lavoratori dipendenti, sia pubblici che privati, devono dimostrare la stabilità del proprio impiego; nel caso di un contratto di lavoro a tempo determinato, la durata del prestito non può superare quella del contratto di lavoro.
- Reddito netto mensile sufficiente, ovvero in grado di sostenere la rata senza scendere sotto la soglia minima di legge;
- Quota cedibile disponibile, che non deve superare il 20% dello stipendio o della pensione netta mensile e deve essere libera da altre trattenute;
- Età compatibile con la durata del prestito;
- TFR minimo per la Cessione del Quinto, necessario per i dipendenti privati a garanzia del prestito;
- Pensione cedibile: i pensionati devono percepire una pensione non inferiore al minimo vitale, riconosciuta come cedibile dall’INPS o da altro ente previdenziale.
Anche il mancato rispetto di uno solo di questi criteri può causare il rifiuto della Cessione del Quinto, indipendentemente dalla volontà del richiedente.
Per questo è importante verificare in anticipo la propria idoneità, soprattutto se si rientra in categorie più sensibili come neoassunti o pensionati con trattamenti minimi.
Quando possono rifiutare la Cessione del Quinto?
Quando non viene accettata una Cessione del quinto? Ecco i principali motivi di rifiuto della Cessione del Quinto:
- L’azienda datrice di lavoro non risponde ai requisiti di assumibilità richiesti;
- Pensione inferiore al minimo vitale, che rende impossibile calcolare una quota cedibile sostenibile;
- Quota cedibile non disponibile o già impegnata da altre trattenute (ad esempio, pignoramenti o deleghe di pagamento);
- TFR insufficiente per la Cessione del Quinto, in particolare per lavoratori privati senza anzianità lavorativa adeguata;
- Presenza di trattenute in corso incompatibili con una nuova rata mensile;
- Assenza di atto di benestare, ovvero il mancato consenso formale da parte del datore di lavoro o dell’INPS;
- Il rifiuto all’emissione di polizze, che impediscono la copertura obbligatoria da parte della compagnia assicurativa;
- Presenza di una Cessione del quinto attiva non rinnovabile
Capire quando possono rifiutare la Cessione del Quinto consente non solo di evitare sorprese, ma anche di agire preventivamente per correggere le condizioni ostative o ripresentare la domanda in un momento più favorevole.
Il datore di lavoro può negare la Cessione del Quinto?
Uno dei motivi di rifiuto Cessione del Quinto riguarda proprio il datore di lavoro.
In particolare per i Dipendenti privati, il datore di lavoro non può impedire la Cessione del quinto se ci sono i requisiti di legge, ma può avere un’influenza indiretta sull’esito dell’operazione.
L’intermediario finanziario, infatti, valutando i requisiti di assumibilità può giudicarlo non idoneo.
Ecco i principali criteri da rispettare:
- Assumibilità dell’impresa;
- Numero di dipendenti attivi;
- Regolarità nei versamenti contributivi INPS;
- Assenza di problematiche pregresse nella gestione delle trattenute, come ritardi o omissioni nei versamenti.
Se l’azienda non soddisfa questi criteri, anche un lavoratore con contratto regolare può vedersi rifiutata la Cessione del Quinto.
Inoltre, possono verificarsi situazioni in cui il datore di lavoro compie errori durante la fase di rimborso del prestito:
- Se la trattenuta viene effettuata in busta paga ma non viene versata all’istituto finanziario, il beneficiario del prestito deve immediatamente inviare una copia della busta paga all’ente erogatore per documentare l’avvenuta trattenuta. Sarà poi l’istituto stesso a sollecitare il pagamento al datore di lavoro.
- Se invece la trattenuta non viene applicata affatto, è fondamentale contattare al più presto l’intermediario finanziario per segnalare l’anomalia e correggere tempestivamente l’errore.
In entrambi i casi, ritardi nei versamenti possono creare disguidi e compromettere la regolarità del piano di ammortamento.
Per questo motivo, l’assumibilità dell’azienda è un elemento centrale nella valutazione iniziale da parte della banca o finanziaria.
Reddito insufficiente e TFR minimo per la Cessione del Quinto
Un altro motivo di rifiuto della Cessione del Quinto è il reddito mensile insufficiente.
Se lo stipendio netto è troppo basso e non consente di calcolare una rata compatibile con la quota cedibile, la richiesta può essere automaticamente bloccata dal sistema di valutazione della banca o della finanziaria.
Questo tipo di rifiuto ha lo scopo di evitare situazioni di sovraindebitamento, garantendo che il beneficiario del prestito mantenga comunque un reddito minimo disponibile per le spese essenziali.
TFR minimo per Cessione del Quinto
Per i lavoratori del settore privato, il TFR (Trattamento di Fine Rapporto) svolge un ruolo importante nella concessione della Cessione del Quinto.
Questo fondo rappresenta una garanzia accessoria obbligatoria per l’intermediario finanziario, che lo utilizza come forma di tutela in caso di perdita dell’impiego. Se:
- Il TFR non è sufficiente a coprire una parte significativa del debito;
- Il richiedente è un neoassunto, oppure ha appena firmato un contratto a tempo indeterminato dopo un periodo determinato;
…l’ente erogatore può decidere di non approvare la pratica. In mancanza di una quota TFR adeguata, infatti, viene meno uno dei presupposti di garanzia richiesti dalla normativa e dalle compagnie assicurative coinvolte.
Per questo motivo, il TFR minimo per la Cessione del Quinto rappresenta un parametro da verificare prima ancora di avviare la richiesta.
Il suo importo viene calcolato in base all’anzianità di servizio, alla retribuzione lorda e alla frequenza dei versamenti.
È buona norma, in fase preliminare, richiedere al proprio datore di lavoro un estratto aggiornato del TFR maturato per sapere con certezza se si dispone dei requisiti necessari
Rifiuto per pensione non cedibile
Alcune pensioni erogate dall’INPS sono considerate non cedibili.
Questo avviene quando l’importo percepito dal pensionato è inferiore al minimo vitale, ovvero la soglia stabilita dalla legge che garantisce al beneficiario una disponibilità economica essenziale per la propria sussistenza.
Tale soglia varia di anno in anno ed è aggiornata dall’INPS in base all’indice ISTAT.
In questi casi:
- Non viene calcolata alcuna quota cedibile poiché non vi è margine legale per effettuare trattenute;
- Anche se il pensionato possiede tutti gli altri requisiti previsti, la domanda può essere automaticamente respinta;
- È quindi uno dei motivi di rifiuto Cessione del Quinto più comuni tra i pensionati, specialmente per coloro che percepiscono pensioni minime, sociali o integrate al trattamento minimo.
Per questo motivo è consigliabile, prima di presentare la richiesta, consultare il proprio cedolino o rivolgersi a un consulente esperto per verificare la cedibilità della pensione.
In alcuni casi, l’INPS rilascia un certificato ufficiale (quota cedibile) che consente di sapere subito se il prestito può essere richiesto oppure no.
Cessione del Quinto segnalazione CRIF
Chi è segnalato al CRIF può fare la Cessione del Quinto?
Molti si chiedono se sia possibile ottenere una Cessione del Quinto con segnalazione CRIF. In generale:
- Le segnalazioni presenti nel CRIF non costituiscono automaticamente un motivo di esclusione dalla Cessione del Quinto;
- Tuttavia, ogni richiesta viene esaminata individualmente e soggetta a una valutazione del rischio da parte della compagnia assicurativa che garantisce il prestito;
- Se il profilo del richiedente viene considerato non assicurabile, ad esempio per precedenti di insolvenza gravi o recenti, il finanziamento può essere rifiutato.
Va ricordato che l’assicurazione, obbligatoria per legge in tutti i contratti di Cessione del Quinto, ha un ruolo decisivo nel processo di approvazione.
Anche se il reddito e gli altri requisiti sono in regola, la Cessione del Quinto può essere rifiutata se la compagnia assicurativa rifiuta di coprire il rischio.
Per questo motivo, è sempre utile richiedere una valutazione preventiva e, se necessario, provare a sanare eventuali segnalazioni negative prima di presentare la richiesta formale.
Rinnovo Cessione del Quinto rifiutato
Quando viene rifiutato il Rinnovo della Cessione del Quinto?
Il Rinnovo della Cessione del Quinto può sembrare una procedura semplice, ma può essere rifiutato in diversi scenari, anche quando la precedente cessione è stata regolarmente approvata:
- Non è stato rimborsato almeno il 40% del prestito precedente, come richiesto dalla normativa per i rinnovi ordinari;
- Si tenta un rinnovo su un contratto quinquennale anche prima che siano trascorsi almeno 24 mesi, in violazione delle regole sulla cessione decennale;
- La quota cedibile è già totalmente impegnata da altre trattenute mensili, come deleghe di pagamento o pignoramenti;
- Il nuovo datore di lavoro, in caso di cambio di impiego, non rispetta i criteri di assumibilità o non rientra nei parametri di finanziabilità stabiliti dall’ente erogatore.
È bene sapere che il rinnovo rifiutato della Cessione del Quinto può essere una condizione temporanea: con il tempo o in presenza di modifiche di status, si può richiedere nuovamente l’accesso al finanziamento.
Rivolgersi a un consulente esperto aiuta a comprendere le tempistiche corrette per ripresentare la richiesta e a valutare eventuali alternative disponibili.
Che cos’è l’atto di benestare?
L’atto di benestare è un documento imprescindibile nella fase finale della pratica di Cessione del Quinto.
Si tratta dell’autorizzazione ufficiale con cui il datore di lavoro o l’ente previdenziale conferma la possibilità di trattenere la rata mensile direttamente dallo stipendio o dalla pensione del richiedente.
Chi rilascia l’atto di benestare?
- Per i pensionati, l’atto di benestare viene emesso dall’INPS;
- Per i Dipendenti Pubblici o Privati, è il datore di lavoro a dover rilasciare questo documento.
Anche se la finanziaria ha già approvato la richiesta, senza l’atto di benestare la Cessione del Quinto può essere rifiutata.
L’assenza di questo documento impedisce infatti l’attivazione legale della trattenuta.
Questo rende l’atto di benestare uno dei motivi di rifiuto della Cessione del Quinto più delicati, perché legato a fattori esterni alla volontà del richiedente.
In alcuni casi, ritardi o ostruzionismi da parte del datore di lavoro possono rallentare o compromettere l’intero iter.
Per questo è importante, durante la fase preliminare, verificare la disponibilità dell’ente o azienda a collaborare nel rilascio del documento e attivarsi tempestivamente in caso di necessità.
Rifiuto della Cessione del Quinto: buone pratiche
Alla luce dei motivi di rifiuto Cessione del Quinto, è fondamentale prepararsi con attenzione alla presentazione della domanda.
Un approccio preventivo può fare davvero la differenza nel determinare l’esito positivo della richiesta.
Ecco alcuni consigli pratici da seguire:
- Verifica in anticipo il tuo TFR disponibile, soprattutto se sei un dipendente del settore privato: la sua presenza è spesso determinante;
- Assicurati di non avere trattenute in corso incompatibili, come pignoramenti o deleghe di pagamento attive, che potrebbero ridurre o azzerare la quota cedibile;
- Controlla la disponibilità della quota cedibile sul tuo cedolino oppure richiedi la certificazione ufficiale tramite NoiPA (per i pubblici) o INPS (per i pensionati);
- Chiedi conferma al tuo datore di lavoro sulla disponibilità al rilascio del benestare, un documento essenziale e spesso sottovalutato nella valutazione della pratica;
- In caso di CRIF negativo, è utile richiedere una valutazione preliminare da parte di un consulente esperto o dell’assicurazione partner della finanziaria.
Anche nei casi di rifiuto del rinnovo della Cessione del Quinto, una guida professionale può aiutarti a capire se e quando sarà possibile ripresentare la richiesta.
In sintesi, conoscere in anticipo ogni possibile criticità è la chiave per affrontare con successo l’intero iter.
Affidati a PrestitoPiù per la tua valutazione
Con oltre 20 anni di esperienza, noi di PrestitoPiù possiamo aiutarti nella valutazione della tua situazione ai fini della richiesta di un prestito con Cessione del quinto.
Compila il modulo per una consulenza gratuita e senza impegno. Verrai ricontattato da un nostro consulente dedicato.
Con PrestitoPiù, sviluppi la tua richiesta con più consapevolezza e serenità.
PRESTITO ZERO SPESE
PREVENTIVO GRATIS IN 1 MINUTO

Messaggio pubblicitario con finalità promozionale. Crefinmoney Agenzia in attività Finanziaria S.r.l. è un agente in attività finanziaria iscritto all’OAM n. a2591, monomandatario della società Prestitalia S.p.A appartenente al Gruppo Intesa Sanpaolo. Per le condizioni contrattuali di offerta al pubblico si rinvia ai documenti informativi sul prodotto disponibili nella sezione Trasparenza del sito www.prestitalia.it. Finanziamenti soggetti ad approvazione ed erogazione da parte di Prestitalia S.p.A. La presente promozione è svolta a cura di Crefinmoney Agenzia in attività Finanziaria S.r.l.